lunedì, novembre 28, 2005

Una finestra nel passato

Ho deciso di postare un articolo di Giovanni Godoli, apparso sull' "Espresso" il 5 giugno del 1983.
Mi ha stupito l'attualità e la profondità con cui, in due parole, riesce a descrivere l'ambiguità istituzionale della Chiesa e delle strutture di ricerca scientifiche in Italia e nel mondo.
Lascio la parola a G. Godoli:

-------------------------------------------------------------------------------------------
Zic, Karol e Lui s.p.a.

Ogni spettatore che mercoledì 11 maggio abbia assistito al programma televisivo "Eppur si muove" ha potuto constatare ancora una volta tutte le ambiguità insite nel tentativo di superare il dissidio tra Religione e Scienza. Anche se dobbiamo riconoscere che oggi questo tentativo si inserisce nella generale tendenza al compromesso ed all'abbandono delle posizioni radicali, non possiamo non essere perplessi quando, a rinnovarne la proposta, è un'Istituzione, come la Chiesa Cattolica, la cui storia passata e presente è intessuta di di posizioni nettamente antiscientifiche.

Vediamo il comportamento della Chiesa cattolica nei riguardi della teoria eliocentrica. Dopo aver preteso per secoli inviolabile il principio dell'immobilità della Terra, ecco che nel 1757 essa abolisce il divieto alla pubblicazione di opere che sostengono la teoria eliocentrica e oggi istituisce una commissione per riesaminare nel modo più aperto il caso Galilei. Ma c'è davvero qualcuno disposto a interpretare come atteggiamento scientifico la rinuncia da parte della Chiesa a un principio, sostenuto a suo tempo anche con la violenza, dopo che esso era stato abbandonato dalla Scienza ormai da secoli? D'altra parte anche l'analisi storica del comportamento di individui e istituzioni che si professano appartenenti al mondo della Scienza dimostra quanto spesso vengano a mancare quegli aspetti che abbiamo delineati come caratterizzanti l'atteggiamento scientifico laico.

Per rimanere alla recente celebrazione galileiana, non si può certo definire scientifico l'atteggiamento di quei 200 scienziati, fra cui diversi premi Nobel, che si sono recati in Vaticano per rendere omaggio a Galileo. In un'operazione di questo tipo è infatti facile scorgere l'ambiguità del rito piuttosto che la razionalità del procedimento scientifico.

Ma se, malgrado queste deviazioni, l'atteggiamento religioso e quello scientifico laico sono fondamentalmente inconciliabili, non sarà che si cerchi di superare il loro dissidio sull'unico terreno comune: il servizio che Scienza e Religione possono offrire nelle loro forme deteriori al Potere? L'ipotesi è troppo ripugnante per poter essere considerata. Un occhio vigile non è però mai superfluo.
-------------------------------------------------------------------------------------------

Il titolo dell'articolo si riferisce rispettivamente a Zichichi, il penultimo Papa, e Dio, per ovvie motivazioni.

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

non pensavo che il penultimo papa fosse un buon papa, a dire il vero mi era del tutto indifferente, mi è dispiaciuto che abbia sofferto, in quanto essere umano e ho apprezzato il fatto che cmq qualche passo (se pure minimo) lo avesse fatto... ma non potevo certo immaginare che lo avrei rimpianto!! quest'essere che hanno messo adesso è un pessimo a livello di inquisizione spagnola, presto metteranno in ogni piazza la garotta e faranno pubbliche esecuzioni di infedeli...

11:18 AM  
Blogger Quarkonio said...

Ma il fatto non è così semplice: loro applicano una politica remissiva quando i tempi non sono consoni, e quando lo sono scatenano la loro violenza.
Io volevo più che altro richiamare l'attenzione sul fatto che quando ormai la razionalità imponeva di di riabilitare Galilei, hanno abbandonato le loro posizioni antiscientifiche (che avrebbero procurato solo danni all'Istituzione) e, cosa ancor più grave, hanno tentato di portare Galileo nelle loro file, come se fosse una sorta di martire cristiano che ha dovuto combattere contro gli "uomini di chiesa", un fedele che ha potuto concepire il suo sistema ed il metodo scientifico solo attraverso un "atto di fede" (queste sono parole di Zichichi... SCONCERTANTE!), e che ha abiurato riconoscendo la piccolezza dell'uomo di fronte alla fede.
Pensate invece ai nostri tempi, in cui la razionalità è diffusamente affossata da una conduzione superficiale-populistica delle cose (ad ogni livello), in cui cominciano nuovamente a sollevare la testa ed osteggiare la Scienza.
Sono le due facce di un'istituzione violenta, che sa aspettare anche a lungo, e che nei periodi di magra sa riciclarsi e riciclare la storia quel tanto che basta per poter "continuamente rivalutarsi e mettersi in gioco".

1:52 PM  

Posta un commento

<< Home