mercoledì, ottobre 11, 2006

Atlante

Oggi ho capito alcune cose.

Il toro quando viene spinto nell'arena, viene buttato lì, in mezzo a tutti, per divertire.
Nessuno aiuta il toro, tutti lo guardano ed esultano mentre si gira e scalcia, in preda alla sua furia, ai suoi nervi, ben conscio di non aver via d'uscita, e tutti esultano e si compiacciono della sua situazione, mentre lui è ebbro di ignorante instabilità.

Oggi ho visto un cagnolino zoppicante, e l'ho rincorso perché erroneamente pensavo l'avessero investito, e lo richiamavo mentre si buttava fra le macchine, e mi prendevo gli insulti degli automobilisti che pensavano fosse un cane mio. Lo rincorrevo, ma lui nulla, pure da zoppo mi dava la polvere da mangiare.
Finché infine non l'abbiamo trovato assieme alla mia amica Sara, ai giardini, e non so perché avevo voglia di aiutarlo.
Di curargli la gamba e di alleviargli qualsiasi tipo di sofferenza.

Mentre riguardavo per l'ennesima volta i compiti degli scorsi dottorati in Fisica a Torino, e per l'ennesima volta non ho trovato un filo logico evidente nella scelta delle prove, ho capito una grande verità. Non sarò mai in grado di svolgere in modo sensato uno di quei compiti, tantopiù senza avere cognizione esatta dei programmi che ivi si svolgono. Il mio tentativo di preparazione si riduce pertanto ad un generico ripasso dei concetti generali di fisica, e ad uno studio casuale di problematiche collegate ad applicazioni, il che, su un programma di 5 anni, equivale a NON FARE ASSOLUTAMENTE NULLA e sperare nella fortuna. Ma il punto è proprio questo: partecipare ad un concorso da "esterno" significa andare ad "indovinare" ciò che può essere un programma svolto, ignorando che vi sono delle differenze sostanziali nello svolgimento di un programma, solo per quanto riguarda ad esempio la diversità tra un docente e l'altro.
Di conseguenza io non sarò mai in grado di passare un compito simile, di cui non conosco i relativi programmi, per il semplice motivo che vi è una coopartecipazione di:
1) inadeguatezza da parte mia, ovvero NON HO PIÙ VOGLIA DI SOTTOPORMI AD IPOCRITI ESAMI in cui non viene sottoposta ad analisi la preparazione, ma la contestualizzazione della preparazione; vi faccio un esempio pratico: che vestito indossavate il 26 aprile del 2006? NESSUNO DI VOI si ricorda cosa indossava quel giorno, ma io sì: io indossavo l'abito perché è il giorno della mia laurea; allora vuol dire che io ho più memoria di voi e sono più preparato di voi? no, vuol dire semplicemente che la domanda è relativa ad un contesto in cui per me è più facile muovermi. Questo è il tipo di domande che si incontrano negli esami di dottorato a Torino: domande a cui solo se hai avuto la fortuna di approfondire in certi contesti (nelle lezioni di fisica a Torino, o per puro caso) sei in grado di rispondere.
Allora applicando un sano realismo (da non confondere col pessimismo), e appurato che non potrò mai passare un compito simile se non per fortuna, ho deciso di ripassare i fondamentali della fisica e prepararmi per i temi di dottorato a Cagliari, del resto quelle splendide persone che sono i miei relatori mi hanno garantito che faranno di tutto per darmi una offerta formativa degna del suo nome, ed io non posso fare altro che fidarmi, perché si sono sempre mostrate persone d'oro nei miei confronti. Nella mia testa si concretizza l'ipotesi di prepararmi seriamente per sostenere il concorso di dottorato a Cagliari, e dare veramente il meglio di me per riuscire in questo progetto a cui tengo molto.
Torino è un bel sogno ma si accompagna a tanti disagi, ed io non ne posso più dei disagi, di sentirmi solo, di aspettare che qualcosa vada bene ed invece non va, di far finta che le cose vadano bene quando vanno avanti per inerzia, e non ne posso più di ipocrisia e finzioni.
Non fa per me, non ho le forze per continuare questa strada.
Quando una persona non ha più le forze e cede, può trovare in se energie e stimoli nuovi se supportata da qualcuno, ma io sono abbastanza solo, sono abbastanza lasciato al caso.
Sono come il toro che ogni volta che vede "rosso" carica, e si ritrova una banderilla conficcata nella schiena.
Sono come un cane zoppo che vagabonda, e va e viene in cerca di mani, si butta fra le macchine, gira in torno e non sa nemmeno lui dove andare, e attende che qualcuno gli possa dire qualcosa o dare qualche dritta.
Che non so se verrà ma non credo che venga.

"Come un animale nel tempo di morire mi accontento di un posto in cui sostare"
Sogni e Sintomi - CSI

"Non sono strutturato in modo di poter reggere per molto tempo ancora"
Blu - CSI

"Ad onta di ogni strenua decisione o voto contrario
mi trovo imbarazzato, sorpreso, ferito,
per un'irata sensazione di peggioramento
di cui non so parlare né so fare domande"
Irata - CSI

3 Comments:

Blogger Quarkonio said...

Concordo Maledict, e ti ringrazio per l'apporto, però purtroppo è doveroso dire che in base a criteri di selezione densi di ipocrisia talune porte potrebbero risultare chiuse.
Ciò non vuol dire che non se ne possano aprire altre, magari ben più promettenti.
L'unica cosa che posso fare è ripassare ed attendere.

7:40 PM  
Anonymous Anonimo said...

il mio apporto è via mail... o via telefono, se ogni tanto ti degnassi di rispondere.
almeno la mail, leggila.

Baci, Psu

10:53 PM  
Blogger Quarkonio said...

Via telefono?
Ma a che numero?
Bada che è più di un anno che ho un numero wind! A me non risulta alcuna tua chiamata!

La mail l'ho letta e ho risposto.
Grazie, ciao!

12:33 AM  

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