Frau Oriana the Agitator
Ieri è morta Oriana Fallaci.
Ho pensato a lungo se dedicare un post o meno ad una persona e personalità del genere, ma alla fine, senza entrare nello specifico ho deciso di dedicare alcune riflessioni al riguardo.
Innanzitutto un intellettuale si fa carico della cosiddetta responsabilità intellettuale, che è ciò che obbliga sempre a scrostare la patina di superficialità ed andare oltre al pelo dell'acqua della verità; lo obbliga inoltre a soppesare ogni parola e concetto in quanto possiede l'arma comunicativa della logica dalla parte del manico, e non può permettersi di lanciare fendenti irrazionali in ogni direzione.
Da questo punto di vista non considero Oriana Fallaci un'intellettuale, in quanto nei suoi libri (dell'ultimo periodo) vi ho sempre letto presupposti pregiudiziali, superficiali e deboli, ben argomentati (questo va ammesso, naturalmente) fino a conclusioni però strampalate, irrazionali ed illogiche.
Quel che è peggio forse è che il bacino di idee in cui si muove è condiviso da gran parte del "popolino ignorante", e decisamente è già di per se un buon motivo per cui non ha la mia stima.
Basandomi inoltre esclusivamente sulle ultime dichiarazioni, il quadro che salta fuori è a dir poco sconcertante: provocazioni fini a se stesse, deliri di violenza, rivendicazione di una Ragione (con la R maiuscola) più vicina alla metafisica che alla logica del reale.
Insomma, mi chiedo se sia morta di malattia o se l'abbiano dovuta abbattere durante una crisi idrofobica.
Certo dovrei informarmi meglio sulla produzione precedente alla malattia, che a detta di tutti è anche quella più scevra dai vaneggi violenti, razzisti e classisti, appena avrò un po' di tempo leggerò qualcosa di suo.
Ho pensato a lungo se dedicare un post o meno ad una persona e personalità del genere, ma alla fine, senza entrare nello specifico ho deciso di dedicare alcune riflessioni al riguardo.
Innanzitutto un intellettuale si fa carico della cosiddetta responsabilità intellettuale, che è ciò che obbliga sempre a scrostare la patina di superficialità ed andare oltre al pelo dell'acqua della verità; lo obbliga inoltre a soppesare ogni parola e concetto in quanto possiede l'arma comunicativa della logica dalla parte del manico, e non può permettersi di lanciare fendenti irrazionali in ogni direzione.
Da questo punto di vista non considero Oriana Fallaci un'intellettuale, in quanto nei suoi libri (dell'ultimo periodo) vi ho sempre letto presupposti pregiudiziali, superficiali e deboli, ben argomentati (questo va ammesso, naturalmente) fino a conclusioni però strampalate, irrazionali ed illogiche.
Quel che è peggio forse è che il bacino di idee in cui si muove è condiviso da gran parte del "popolino ignorante", e decisamente è già di per se un buon motivo per cui non ha la mia stima.
Basandomi inoltre esclusivamente sulle ultime dichiarazioni, il quadro che salta fuori è a dir poco sconcertante: provocazioni fini a se stesse, deliri di violenza, rivendicazione di una Ragione (con la R maiuscola) più vicina alla metafisica che alla logica del reale.
Insomma, mi chiedo se sia morta di malattia o se l'abbiano dovuta abbattere durante una crisi idrofobica.
Certo dovrei informarmi meglio sulla produzione precedente alla malattia, che a detta di tutti è anche quella più scevra dai vaneggi violenti, razzisti e classisti, appena avrò un po' di tempo leggerò qualcosa di suo.
3 Comments:
Nello spazio angusto di questo post difficile, dove -ovviamente- nessuno ha commentato, mi ci voglio mettere comodo. E giocare al Fallaci. Non che LA Fallaci la conoscessi bene, non che la stimassi particolarmente. Ma al momento della morte si fanno gli epitaffi, no!? E in fin dei conti rimarrà un dialogo tra noi due.
Chi era la Fallaci!? Quella che la mia generazione ha conosciuto (dall'11 Settembre e da "La rabbia & l'orgoglio",per intenderci), non è una semplice Oriana Fallaci impazzita, depressa, in menopausa o malata di cancro. Chi l'ha minimizzata così, o non l'ha mai conosciuta o non l'ha mai capita. Questa era semplicemente la punta dell'iceberg Fallaci, che ha vagato alla deriva, da solo, per decenni. Inascoltato o temuto. La Rabbia e l'Orgoglio sono la bandiera di una vita. Fastidiosa, scomoda, ma esemplare. Per tutti.
Ma torniamo al punto: "chi era Oriana Fallaci"!?
1) Una fiorentina. E una fiorentina DOC. E in quanto fiorentina, con un senso della provocazione e del rompimento di palle polemico raro. Lo stesso che sarebbe utile nelle stesse situazioni di cui ci parli, circa le nostre baronìe locali e Roby.
E in quanto fiorentina colta, aveva un senso del ruolo culturale di Firenze per tutta l'Italia incredibile. Certo, anche orgoglio, superbia, arroganza a volte. Ma amore puro. Autentico. Un senso del proprio luogo e della propria origine rara. Difficile non essere d'accordo quando andava su tutte le furie per gli scempi ai monumenti fiorentini. Difficile non sentire la distanza tra lei e noi e il nostro modo ambiguo di essere "iglesienti".
2) Una donna. E che donna! Una donna che è stata donna quando le donne imparavano ancora a essere donne. Lo è stata sempre, con ogni goccia della sua anima, anche quando significava mettersi nuda (e non è solo immagine) di fronte agli eventi o alla Storia. Ha vissuto la guerra, da donna. E' stata a testa alta e strappandosi il velo di fronte a Khomeini. Una di quelle donne che vorremmo molto più spesso avere intorno, io e te. Perchè sappiamo quanto può essere ricco e arricchente confrontarsi con donne, quando queste ti sanno guardare negli occhi e leggere la vita.
3) Una giornalista. E non una "da redazione". Ma una che è stata ovunque la Storia sia passata. Credo che ci fosse anche molto autoidolatramento in questo e senso della vittimizzazione sacrale. Ma lei c'era. Lei era lì e ha raccontato, testimoniato. E' rimasta in mezzo alle montagne di cadaveri, mentre i nostri politici parlottavano o tacevano. Quello che dovremmo fare noi più spesso. Esserci. Perchè "siamo noi i morti", no!?
4) Infine, una scrittrice, un'intellettuale. E in questo una persona difficile, scomoda, maledettamente arrogante. Ma la sua polemica -apparentemente ottusa e integralista- contro l'Islam è antica. Risale a Khomeini, Gheddafi e Arafat. Cioè quei simpatici personaggini che popolavano la Tv quand'eravamo piccini o manco nati. La sua "crociata integralista" contro i musulmani è comprensibile se la si vede in prospettiva, come un rifiuto totale di qualsiasi totalitarismo, come quelli che ha vissuto di persona in mezzo mondo.
Certo, poi cade nella trappola di vedere gli USA come la "brillante patria" delle libertà e allora nella fiaccola della Statua ci avrei bruciato lei e i suoi appunti velenosi. Ma bisogna distinguere tra le opinioni che non si possono condividere e la coerenza portata avanti per una vita.
Appunto, lei fa delle sue opinioni che non si possono condividere la coerenza portata avanti tutta la vita.
Io non sono d'accordo quando dici che strapparsi il burka davanti a Komeni rappresenta un modo di essere donna, o quanto possa essere giornalisticamente illuminante una polemica faziosa contro Arafat.
Penso anche che dietro alla polemica ci debba essere una forte base razionale, e non sono sicuro che da parte sua ci fosse nell'epoca pre-delirio, non ho mai letto niente di suo precedente agli ultimi 6 anni.
Mi limito a dire che l'ultima parte della sua produzione era una mistificazione strumentale di fatti storici per fini polemici, ed inoltre si è fatta "paroliere" di un'ideologia che è propria del popolino imbecille, non dell'intellettuale.
Perché "esemplare per tutti"?
Non è un esempio per me.
Certe cose che di suo ho letto le ho trovate DISGUSTOSE.
Quella robaccia, "La Rabbia e l'Orgoglio", può andare bene su un comodino integralista e ottuso, non nel mio comodino: libri così preferisco tenerli nel cesso.
Infine: "noi siamo i morti" è inteso da parte mia in tutt'altro senso (orwelliano), non di testimonianza storica attiva della morte.
In breve, 'chè son le 5-6 di notte:
1)Non so se i problemi deontologici di cui parli sono necessari, strutturali, un "sine qua non" dell' intellettuale. L'intellettuale usa l'intelletto, come usa la sua coscienza è un pò come chiedere al politico delle sue inclinazioni sessuali durante la campagna elettorale. Ferrara è immorale, ma è un intellettuale. E' un sofista corrotto, ma è un intellettuale. Della peggior specie, d'accordo. Ma gli intellettuali credo abbiano il compito di cogliere i paradossi non le coerenze. Quello che dici tu è un idealtipo di intellettuale che, piaccia o no, oggi non esiste poi molto. L'intellettuale di oggi è più un artista moderno che caga sulla tela, per capirci.
2)da donna credo che sia stato un gran gesto strapparsi il velo di fronte all'uomo che ha riportato la sharìa peggiore nel XX sec. Io rispetto l'Islam, ma non accetto l'offesa dell'uomo e del suo corpo. Per me il velo è come un piercing: rovina la cosa più sacra al mondo, cioè il viso di una donna.
Non voglio parlare di Arafat, perchè ci porterebbe troppo lontano.
3)"esemplare" per il "senso dell'accusa". Qualcosa che ci manca totalmente, "noi morti dentro". Non trovo "libidinoso" che fosse in Vietnam. Certi pruritini li lascio ai maniaci (psico-fascisti) della guerra. Volevo però dire che lei era lì e questo ha fatto nascere in lei un fastidio totale per certe forme di regime che non mi è dato di capire nella sua profondità perchè io ti scrivo da una comoda stanzetta in Germania. Nessun fantasma delle pallottole che mi si son ficcate sulla schiena mi tiene sveglio, ma la troppa birra. Propongo immedesimazione, tutto lì.
4) La "robaccia" m'ha fatto schifo assai (a parte per come era scritta: benissimo). Però le posizioni del popolino e degli intellettuali populinistici bisogna tenerle a mente. Si parte da lì.
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