martedì, giugno 06, 2006

Guerra e Pace

Ieri è venuto a mancare a Nassiriya un altro dei nostri soldati, Alessandro Pibiri.

Nell'unirmi al cordoglio della famiglia, ricordando con tristezza che per lui era previsto il rientro a casa esattamente il 28 di questo mese, voglio amplificare le parole del padre.

Non voglio discutere sul fatto che questa guerra sia giusta o criminale, anche perché sapete bene come la penso e non c'è bisogno che io esprima ulteriormente la mia opinione negativa sulla nostra partecipazione al conflitto.

Ormai in guerra ci siamo, e nella speranza che tutto vada bene, ce ne andremo entro quest'anno lasciando una macchia indelebile nella storia dell'Italia consacrandoci ancora una volta a "Stato Vassallo", e un'altra macchia color rosso sangue nel cuore delle famiglie delle persone uccise (civili e militari).

Ogni volta che qualcuno, demagogicamente, definisce come "missione di pace" un presidio di guerra, immancabilmente la logica della violenza, del terrorismo, dell'occupazione, della resistenza locale e della guerra civile, ci ricordano l'uso corretto delle parole: guerra e pace sono infatti mutuamente esclusive.

Spero che quei ragazzi tornino "in pace", tra le loro famiglie, tra gli applausi della gente, senza dover subire il peso delle decisioni che altri hanno preso per loro.

E spero che rientrino in Patria per non partire mai più.

4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

penso che a prescindere dal fatto che si veda necessità o no nella guerra,che si sia a favore o contro, il problema sia un'altro ancora : i nostri soldati,quindi i ragazzi che nella divisa ci credono, hanno la stessa concezione della guerra che ne aveva il governo? io credo proprio di no,per il governo( e sappiamo di quale governo si parla) mandare i giovani italiani in missione di "pace " sarebbe dovuta essere una simpatica mossa diplomatica per ottenere credibilità presso gli USA ( così la vedo io e ci aggiungo anche un bel "per carità!" ) mentre credo fermamente che per questi ragazzi in divisa la missione di pace sarebbe stata una buona occasione per dare un senso al loro essere militari,per aiutare davvero le persone che si trovavano in difficoltà per via della guerra. il problema é che su questo si è marciato, si è data la priorità ad un'azione diplomatica rispetto alla vita dei nostri soldati. voi direte: beh,dal momento che uno sceglie di diventare un soldato sa che rischia di morire.ok,fin qui ci siamo ma perchè sacrificare tante vite così? perchè se si è visto che sono morti tanti soldati ne sono stati mandati altri? chiediamoci prima almeno se nei luoghi dove i nostri soldati sono intervenuti le persone sapevano quale tipo di missione svolgevano,e soprattutto chiediamoci se per i fanatici e i ribelli faceva qualche differenza che i nostri soldati fossero in missione di pace o meno. ai caduti sono state date delle medaglie,sono diventati eroi nazionali ma questo basta come riscatto per una vita sacrificata?

2:13 PM  
Blogger Libano said...

Io voglio solo aggiungere che il ragazzo che e' morto ha praticamente la mia eta': 25 anni.

Non ho veramente altre parole

2:17 PM  
Blogger Quarkonio said...

Non ho voluto puntualizzare l'età del caduto.

è anche la mia età.

Il padre:
"Il ritiro io penso debba avvenire, perchè sono ragazzi giovani e vanno lì soprattutto con il miraggio forse uno po´ dei soldi. Alessandro, in questo caso, non poteva neanche fare a meno di andare perchè è andata tutta la Brigata quindi è dovuto andare per forza di cose. [...] Alessando ci teneva alla divisa e noi non abbiamo fatto nulla per dissuaderlo, anche perchè qui si apre la televisione ogni giorno in Sardegna ogni giorno si licenzia e si chiude tutto. Lui aveva la fortuna di avere questo stipendietto. [...] Però ci teneva lui e automaticamente anche noi ci siamo affezionati a questa sua attività, a questa sua divisa. Lo faceva con entusiasmo, era un ragazzo simpatico, allegro. Doveva tornare il 28, si contavano i giorni. Lui stesso era contento perchè aveva fatto progettini, il rientro a casa. Ci sono oggetti suoi dappertutto. In giro per la casa ci sono oggetti suoi dappertutto e quindi è come se sia con noi. Sicuramente resterà con noi. [...] Non ci fanno niente questi militari devono ritornare: adesso io dico che non piango il figlio che ho dato alla patria, ma piango il figlio."

2:32 PM  
Anonymous Anonimo said...

...anche la mia.


Era partito per fare la guerra
per dare il suo aiuto alla sua terra
gli avevano dato le mostrine e le stelle
e il consiglio di vender cara la pelle
e quando gli dissero di andare avanti
troppo lontano si spinsero a cercare la verità
ora che è morto la patria si gloria
d'un altro eroe alla memoria
era partito per fare la guerra
per dare il suo aiuto alla sua terra
gli avevano dato le mostrine e le stelle
e il consiglio di vender cara la pelle

ma lei che lo amava aspettava il ritorno
d'un soldato vivo , d'un eroe morto che ne farà
se accanto nel letto le è rimasta la gloria
d'una medaglia alla memoria.


...non ho altre parole...

12:07 AM  

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