Per la prima volta (ehm...), un post autobiografico.
Il mio corso di studi, da dove cominciare; ecco cominciamo da qui...
Sono uno di quegli studenti sfigati che si è ritrovato a cavallo tra vecchio e nuovo ordinamento; ho seguito corsi semestrali assieme a vecchi iscritti, e i corsi, avendo validità annuale (per i colleghi anziani, non certo per noi), non erano altro che corsi annuali compressi nei contenuti per esser presentati "formato semestre".
Non si aspettavano laureati in corso, i docenti, ciò nonostante, con loro grande stupore, ad autunno, in perfetta regola, in 3 ci siamo presentati alla sessione di laurea.
Hanno aperto la specialistica, per 3 persone.
Per quanto fosse mal organizzato il corso triennale, nulla è stata la disorganizzazione, confrontata con quella della laurea specialistica. Mesi di ritardo dovuti a scioperi (giusti) del personale docente (a titolo gratuito), che si sono ripetuti anche quest'anno (grazie Letizia Moratti...). Corsi che venivano spostati di semestri in semestri.
Alla fine mi ritrovo oggi, con una carriera studentesca impeccabile, e ciononostante 6 mesi di ritardo sulla mia tabella di marcia: contando che 2 mesi di ritardo si sono accumulati per scioperi vari, ed un semestre di ritardo è dovuto a vari esami spostati qua e là come tasselli del lego, diciamo che il mio percorso, se si tiene conto delle numerose difficoltà incontrate per strada (l'anno scorso per la segreteria, tanto per fare un esempio, NON RISULTAVO ISCRITTO, e ho dovuto perdere un mese per far riconvalidare la mia iscrizione) è stato a dir poco EROICO!
Eppure non mi basta.
Non mi sento realizzato, mi sento in ritardo, sento (anche se non dovrei) che è colpa mia, e che avrei potuto fare di meglio.
Mi sento tradito da un'Università a cui ho sempre dato, da un'Istituzione che mi ha frustrato in ogni aspetto della vita, che mi ha impedito a causa dell'impossibilità del corso di studi di conservare una vita sociale decente; insomma, sento che dopo tutti questi sforzi, per loro sono stato un numerino piuttosto scomodo, che ha avuto la faccia tosta di laurearsi in regola, di costringerli ad organizzare una Specialistica di "recupero"; insomma, se non ci fossi stato io, a studiare... se fossi stato uno dei tanti fuori corso... per loro sarebbe stato meglio; avrebbero avuto un po' di respiro, avrebbero avuto un anno in più per organizzarsi.
Spero di laurearmi in corso, anche se ormai è un gesto abbastanza futile, perché al di là delle tasse che non pagherò (e questo è ottimo) ad aprile saranno già scaduti tutti i bandi per le borse di studio; sarò in ritardo per tutto.
IO, che ho sempre fatto tutto quando era il momento giusto.
Voglio sapere se ci sono altri oltre a me che soffrono per l'inadeguatezza, per l'eccessiva bravura che trova un'Università impreparata ad accoglierla, per la noncuranza verso i piccoli numeri, che però da soli riescono ad abbattere tutti i muri burocratico-istituzionali.
Insomma, qualcuno che come me soffra per aver sentito il rifiuto categorico di questa società verso chi merita qualcosa, e non la otterrà mai.