domenica, agosto 27, 2006

Recensione di Epitaph

Nell'ottima annata filmbruttesca, 1987, il regista Joseph Merhi ("Mayhem", "nome in codice: Alexia", e via transitando di schifezza in schifezza) invece di dedicarsi alla famiglia o comunque ad un lavoro serio, dirige un film la cui visione è in grado di devastare persino la psiche dei "veterani" fruitori del filmbrutto.

Trama:
Una famigliola composta da padre, madre, figlia e nonna trasloca di città in città, senza alcun apparente criterio logico, per far fronte all'esigenza di rifuggire dai luoghi dove la madre (psicotica di turno) uccide CHIUNQUE le capiti a tiro, col supporto e l'omertà di tutta la famiglia.
Appena giunti nella nuova casa, che il regista si premura di farci sapere essere una Chiesa ristrutturata (notare che la struttura architettonica è quella di una villa qualsiasi, quindi non si capisce per quale motivo si sia voluto aggiungere questo particolare ridondante e ridicolo, creando uno dei tanti buchi logici del film), tra figlia e genitori nasce un dialogo campato per aria che ci mette immediatamente di fronte al fatto che la ragazza si sente sola in quanto "non ha amici" a causa dei continui traslochi, e quindi la psicomamma decide di lasciare che la figlia accolga fra le mura domestiche un cagnolino fatto transitare lì per lì davanti alla telecamera, che l'allegra combricola decide di battezzare come "orso", all'unanimità.
Qualche scena caotica per mettere in luce le turbe psichiche della madre (che rifiuta il sesso del marito), della figlia (cresciuta nell'immaturità sessuale a causa della madre psico-protettiva) e del regista che ci propina una tale schifezza.
Primo omicidio: in casa giunge l'imbianchino, la madre tenta un abbordaggio degno dei peggiori bar di Caracas, e lui stizzito risponde con una frase che suona come: "Ne ho abbastanza delle vecchie bagascie che incontro a causa di questo lavoro." Manco fosse Califano...
Giustamente lei sfodera un coltello e lo manda in coma (eh, sì, non riesce ad ucciderlo nonostante il numero spropositato di pugnalate...).
Il padre rientra a casa e decide di seppellire il presunto cadavere in giardino, senza batter ciglio; lei ricompenserà la prova di fedeltà cieca con una fellatio, purtroppo solo accennata.
Il padre ormai preoccupato si reca da una psichiatra, e con frasi di circostanza allucinate del tipo: "Mi immaginavo che nel suo studio ci fossero più piante!", cerca di convincere la dottoressa a prendere in considerazione il caso della moglie con espressioni ricche di pathos come "Dottore, mi aiuti, mia moglie ha la mania delle sottovesti!".
Ma quella stessa notte... l'imbianchino, ancora vivo ed in perfetta forma, uccide il padre con una picconata, e solo la prontezza di riflessi della psicomamma chiude la faccenda con una fucilata.
Da qui in poi, la follia cinematografica si acuisce: la famiglia piange e seppellisce il padre e l'imbianchino (che finalmente è morto) senza avvisare alcuna autorità competente, e la psicomamma prende le redini della famiglia.
La psichiatra (spinta da non si capisce bene quali motivazioni) si finge vicina di casa (la casa è una villa isolata con giardino enorme, quindi non si capisce bene che accezione dia il regista al gruppo di termini "vicino di casa") ed immediatamente diventa un'amica di famiglia.
Da qui in poi la trama perde di significato, in quanto il film diventa un mixdown tra la più stupida delle sit-com ed una telenovela patetica capace di tediare anche il maratoneta del filmbrutto, e gli unici eventi degni (degni?) di nota sono l'amore della figlia per il classico figo del liceo (manco a dirlo, osteggiato dalla psicomamma) ed una comparsata stupenda da parte di un personaggio dal look assurdo che sembra il mitico Zlad che in qualche modo rivela l'identità della psicologa mentre lei e la mamma fanno shopping in un supermercato.
La madre capisce tutto e decide di farla fuori...
La tramortisce, la porta in cantina, le lega un secchio intorno alla vita con dentro un ratto affamato ("l'ho raccolto poco fa, non mangia da tre settimane"...), e con un cannello (?) spinge il roditore alla fuga attraverso le viscere della malcapitata... insomma... grande cinema!
Saltano gli schemi della debole trama: la madre chiude la figlia in camera sua, e lì la lascia per giorni, senza cibo nè acqua; la saggia nonnetta si fa protagonista, afferrando un piccone e girando per il giardino di casa con l'attrezzo in mano (senza alcun motivo), raggiunge il telefono e cerca di mettersi in contatto con la polizia... ma per sollevare la cornetta appoggia il piccone ed è la sua fine: morirà massacrata fra spruzzi di granatina all'amarena.
Non vorrei rovinarvi il finale di questo capolavoro del cinema, ma mi sento quasi costretto: il ragazzo della figlia, con una azione di forza entra in casa, la madre tenta di concupirlo ma lui non cede e lei gli tira addosso una secchiata di benzina e lo minaccia lanciandogli addosso dei cerini accesi... il giovane riesce a tramortire la madre con un diretto al volto, libera la figlia che dopo giorni di digiuno totale è in pienissima forma, i due innamorati riescono a divincolarsi, raggiungono la macchina, ma qui succede l'irreparabile: per un errore di continuità della sceneggiatura, la madre oltre ad essere tramortita in casa, si trova anche nel sedile di dietro della macchina (volendo giustificare tutto ciò potrei arrivare ad immaginare che dopo essersi beccata una castagna in pieno volto ha solo finto di svenire, per poi rifugiarsi nell'auto... ma che senso avrebbe? meglio pensare ad un errore di sceneggiatura, è più dignitoso...) e appena il ragazzo ribalta il sedile anteriore per far sedere la ragazza nei sedili posteriori (?), da lì sbuca la madre con un cerino acceso che gli dà fuoco.
Il giovane già innaffiato di benzina, muore arso vivo.
Durante l'immancabile seppellimento nel giardino di casa, la figlia, in un moto di consapevolezza o follia o non ho capito bene cosa, dà un colpo di pala alla madre che muore.
Quindi la carica in macchina e le due, figlia e psicomamma-cadavere, escono di scena sui titoli di coda alla guida dell'auto di famiglia.

Commento tecnico:
L'unico commento tecnico che vorrei fare, su tutto questo squallore, è il seguente: la definizione thriller-horror può essere ben intesa nell'ottica in cui il regista, l'assassino, stia cercando di uccidere di noia lo spettatore, ignara vittima.
Più e più volte, durante la visione, sono stato tentato dal premere il tasto "F.FWD" del lettore; per non parlare della fame chimica subentrata verso i 30 minuti, causata dal tedio, che mi ha costretto ad ingerire un caffellatte coi corn flakes verso le 5 del pomeriggio, svariate merendine, mikado, e schifezze incommestibili varie.
La totale assenza di criterio e di qualità nell'intreccio delle scene fa sì che l'encefalogramma dell'attenzione si mantenga costantemente piatto, eccezion fatta per alcuni deboli picchi legati ESCLUSIVAMENTE a qualche parentesi trash.
L'incapacità degli attori, i dialoghi deliranti, la trama patetica degna di una raccolta di "pensierini" in stile "Io speriamo che me la cavo", lo consacrano assolutamente come UNO DEI FILM PIù AUTOPUNITIVI di sempre.

Giudizio finale:
Il mezzo teschietto è un giudizio FIN TROPPO LARGO, e motivato esclusivamente dal prezzo del dvd originale incomprensibilmente ristampato e in commercio dal 2005, ovvero 1 euro.

0,5/5

Avvertenze:
Un'ultimissima considerazione di carattere medico: dopo aver visto il film, io e la mia amica Pallina Demonia, ci siamo sentiti male, ed il malessere è durato per quasi 2 giorni. Abbiamo accusato: sbalzi di pressione, percezione distorta delle distanze, percezione alterata del tempo, incapacità totale di concentrazione e fiacchezza; in particolare, Pallina Demonia è stata colta da una crisi di riso succeduta da una di pianto.
Badate che non c'è modo di ritenere questi sintomi legati a qualche cosa che non sia la semplice e sola visione di Epitaph.
Sconsigliamo quindi in modo deciso la pellicola a chi soffre di problemi di pressione e circolazione, e raccomandiamo di evitare la guida di automezzi per qualche ora dopo la suddetta visione.

Paese: USA
Attori principali: Delores Nascar, Natasha Pavlovich, Flint Keller.
Genere: Thriller-Horror
A chi è consigliato: Agli oppiomani, a chi fa altre cose mentre guarda film.
Se ti piace guarda anche: Mayhem, la polvere in controluce per un'ora e mezza.
Reperibilità: Sempre e comunque troppo alta.

Recensione di Quarkonio e Sara

venerdì, agosto 25, 2006

Epitaffio

Ieri assieme alla mia amica Sara ho visto l'ennesimo filmbrutto.
Si chiama "Epitaph".
Bhè, forse abbiamo esagerato con la dose settimanale, ma da ieri ho sbalzi di pressione, non ho più il senso delle distanze, sto sudando freddo, ho fame chimica e mi sento profondamente intontito.

Non guardate "Epitaph".

giovedì, agosto 24, 2006

Io AMO i giochi di ruolo

Per l'ennesima volta qualcuno ha detto a qualcun altro che IO mi trovavo qualche giorno fa ai Giardini Pubblici di Iglesias, vestito in abito, a partecipare ad un gioco di ruolo dal vivo.

Poiché non è la prima volta che vengo tirato in ballo in storie simili, ci tengo a precisare alcune cose: io AMO i giochi di ruolo nella loro forma più nobile, perché penso che siano il sincretismo migliore fra spirito ludico, matematica e arte che si possa pensare.
Proprio perché io AMO i giochi di ruolo, ne riconosco la nobile origine, e non sottovaluto l'importanza che rivestono a vari livelli (psicologico, ludico, sociale), mi guardo bene dal partecipare ad eventi che non ritengo affini alla mia concezione di gioco di ruolo.
Con questo non intendo criticare la forma "live" del gioco di ruolo: ho partecipato per ben 2 volte ad una campagna "live" (divertendomi peraltro), l'ultima volta più di 2 anni fa, e devo dire che anche dal vivo i GDR sanno essere molto interessanti.

Quello che non va bene, a mio avviso, è proiettare un'immagine completamente irrazionale e alienante del GDR, organizzando una "campagna" in centro città, fra i giardinetti pubblici, fra la gente che guarda e non è in grado di comprendere cosa si svolge in quell'ambiente, in un luogo dove si rischia seriamente di farsi male con panchine, muretti, innafiatoi metallici e quant'altro.
Non capisco quale sia lo scopo di tale esibizione, se non l'esibizione stessa, a metà tra l'alienazione ed il pericolo di farsi seriamente male.

Quindi ci tengo a precisare, per l'ennesima volta, che io NON partecipavo a quell'esibizione di cui non condivido la realizzazione.
Con questo stesso post intendo inoltre SMENTIRE la notizia comparsa sul "Giornale di Sardegna" qualche anno fa in cui si diceva che facevo parte di un'associazione di GDR: IO NON HO MAI FATTO PARTE (NÈ TANTOMENO RICOPERTO CARICHE) DI UN'ASSOCIAZIONE DI GDR.

La follia che serpeggia fra noi

Qualche giorno fa a Villasimius (in provincia di Cagliari, per gli amici "continentali") è stato decapitato un ragazzino cinese di 17 anni, per mano di un paesano 28enne.

Quello che a mio parere non va bene, nella diffusione della notizia, è che si sta cercando di dare un taglio (per diverse motivazioni, non ultima che Villasimius è meta turistica e potrebbe nascere un grosso contraccolpo economico da faccende di questo tipo) molto isolato alla faccenda: quasi come se quel balordo pazzo avesse agito in preda ad un raptus di follia individuale, decapitando il povero ragazzo cinese perché mosso da chissà quali stimoli psicotici.

Se vogliamo dirla veramente tutta, io mi aspettavo che prima o poi qualcosa di simile sarebbe saltato fuori, per diversi motivi che spero di riuscire a chiarire in breve.
Villasimius è un paese ("bidda", nella nostra lingua) che fino a 20 anni fa viveva COME una bidda, con tutto quel meccanismo di regole, sottoregole e di autoregolamentazione irrazionale che vige nei paesini, come chi ha vissuto in un paesino di provincia sa bene.
Andando a scavare a memoria, riesco perfettamente a costruire negli ultimi anni una trama, un'escalation di violenza e follia, cominciata con le bande paesane che giravano in massa per picchiare i "foresus" (i forestieri), continuata col boom della droga (destinata ad avere gran seguito nei luoghi in cui girano molti soldi), fino a scatenarsi in episodi sporadici ai limiti dell'assurdo; negli ultimi anni vorrei ricordare: un tentato omicidio a causa di una lite per un parcheggio conclusasi con un colpo di coltello, un pestaggio in cui un ragazzo è stato mandato all'ospedale (da UN'INTERA FAMIGLIA ACCORSA A PESTARLO) per un diverbio banale, ed un episodio se possibile ancora più folle.
Chi è stato a Villasimius sa che vige il blocco totale del traffico nelle vie centrali, dalle 8 di sera fino a mezzanotte. La gente che si accumula nelle vie del centro, anche dopo la revoca del blocco, dopo mezzanotte, per un purissimo motivo di inerzia, tarda a diradarsi, occupando spesso la strada in cui dovrebbero trafficare macchine.
Qualche anno fa, il classico bullo di paese, a "blocchi rimossi", ha avuto la bella pensata di CARICARE CON LA SUA MACCHINA LA GENTE PER STRADA che ritardava a diradarsi: il risultato è stato quello di procurare diverse contusioni ai turisti, e di prodursi in una rocambolesca fuga da un (naturale e sacrosanto) linciaggio generale.

Questi momenti di follia che il paese ha vissuto, li ha vissuti per pura e semplice ignoranza ed incapacità di far fronte a situazioni (assolutamente civili) attraverso le sottoregole del branco createsi in questa società.
È stato, in pratica, il semplice impatto delle regole della civiltà, con le "regole" del paese, a scatenare tutto questo.

Non mi stupisce quindi, qualsiasi siano le motivazioni dell'ultimo omicidio, che tutta questa assurda follia si sia scatenata nelle ultime circostanze: prima o poi doveva succedere.
Chissà quali sono le motivazioni: magari questo ragazzo "foresu" (come se fosse una colpa, quella di non essere di Villasimius) avrà detto qualcosa di sbagliato al balordo 28enne, che magari era impasticcato, o chissà cos'altro, e tutto si sarà concluso nell'assurdo omicidio.

Quello che vorrei sottolineare è che non è tutto opera di un folle, ma la tragica CONSEGUENZA di una follia diffusa, che è in tutto il paese, e si manifesta nell'incapacità di vivere in un contesto civile dinamico.
Ovvero, quando è convinzione diffusa, quella di credere che ciò che è DIVERSO sia SBAGLIATO, allora c'è il serio rischio che prevalgano tutta una serie di valori morali irrazionali, e si crea la base per quei fenomeni come "emarginazione", "mafia", ecc ecc, che impediscono alla società di svilupparsi in maniera sobria e corretta.

venerdì, agosto 18, 2006

Nniennte

"Il Mai-nato è in tutti noi, è che tutti non siamo nel Mai-nato."

Antonio Secci, figlio di Papà Luigi (spento a Perugia) e Mamma Emma (spenta ad Aritzo, non Arezzo...).

martedì, agosto 08, 2006

Comunicazione di servizio (2)

Non si suona nemmeno domani.
Rinviato a venerdì 11, ore 21:30, per lutto.

Tassorosso

Per i lettori della saga di Harry Potter: il Cappello mi ha assegnato al Tassorosso.

Profilo:
Sei un grande lavoratore, leale, e compassionevole, o no?!
Bene, ci sono delle cose buone e cattive in questo. Prima i lati negativi, così dopo che ti sarai fatto un pianto, e sarai precipitato in uno stato di depressione, ti potrò risollevare con i lati positivi.
Cose negative: la tua casa ha la fama di ospitare soltanto un mucchio di "perdenti". Mi dispiace.
Cose positive: non è del tutto vero. Sei forte! È dura essere sempre leali!
E ricorda, sei un Tassorosso! Non vergognarti di te stesso.

domenica, agosto 06, 2006

Comunicazione di servizio

La serata al Ristorante Buon Cammino di Venerdì 4 Agosto, è rimandata per maltempo a Mercoledì 9 Agosto alle ore 21:30.

Accorrete numerosi.

Orgoglioso di essere italiano come Marco Castoldi

Ho deciso di parafrasare il titolo di un post della mia e-conoscente Vavi per esprimere in modo assoluto la mia gioia di aver assistito, ieri, al concerto di Morgan e le Sagome.

La serata è stata grandiosa, con una prima proposta musicale fatta di vecchi successi e con un brano probabilmente inedito che non sono riuscito ad identificare, ed una bellissima seconda parte, improntata sulla rivisitazioni di vecchi successi italiani (Adamo, Endrigo, Bindi, Martino), qualche pezzo di De Andrè ed una particolarissima versione di "My Death", cover che già David Bowie propose nello storico "Ziggy Stardust: the motion picture".
Strumentisti incredibili suonavano strumenti incredibili.
Un concerto ben misurato, ben suonato, per qualsiasi tipo di orecchia: 10 e lode.

Due le pecche del concerto; la prima è la seguente: o i volumi di picco erano regolati male, o c'era qualche cassa che stava partendo, perché su certi volumi il suono gracchiava in modo parecchio fastidioso; la seconda è il pubblico: incomprensibilmente nella quasi totalità disinteressato.

La ragione di questa seconda pecca, come mi ha fatto prontamente notare la mia ragazza, è che il concerto si è svolto nella Vetreria di Pirri, centro di eventi culturali.
Il fatto che Cagliari sia praticamente FATTA di posati e cremini ha fortemente condizionato quindi la tipologia di pubblico: gran parte della gente ha probabilmente speso quattrini per comprarsi un biglietto... tanto perché "si trattava di un evento culturale"!
Pochissimi conoscevano i pezzi, diversi imbecilli chiedevano a Morgan di "saltellare", incuriositi dalla gestualità e dalla mimica ma incapaci di comprendere il retaggio artistico che spingeva il cantante a farsi carico di quell'espressività; una donna, non so con quale coraggio, gli ha urlato (in modo molto sgarbato!) dopo "la colomba" di Sergio Endrigo di fare il "tributo a de andré", come se l'artista sul palco dovesse rispondere direttamente al pubblico delle sue scelte artistiche, ma non solo: quando Morgan subito dopo ha cantato "Morire per delle idee" (di De André) nessuno la cantava, ognuno si faceva i cazzi suoi, un brusìo disarmante ricopriva costantemente l'esibizione.
La gente si alzava continuamente dalla seggiole per prender da bere, la freddezza era veramente palpabile, ed al momento del bis una grande fetta di pubblico, prima che il gruppo risalisse sul palco, si è alzata e se n'è andata.

In poche parole, Morgan non è fatto per i porci, ma il mercato sa come brutalizzare l'arte.

Splendido scambio di battute Morgan-pubblico:
Pubblico: Vogliamo De Andrè!
Morgan: ma De Andrè è morto!
Pubblico: ... le sue canzoni!
Morgan (in tono ironico): ma perché arricchire ulteriormente la vedova De Andrè?
Pubblico: *brusio incredulo*
Morgan: per carità... ahah... l'amica Doris... proprio in Sardegna devo mettermi a dire 'ste cose...

venerdì, agosto 04, 2006

L'uso distorto delle parole

Bush ha detto che "Gli Stati Uniti sono assolutamente impegnati nell'appoggiare le aspirazioni del popolo cubano alla democrazia e alla libertà".

Oh, no!... ancora bombe!

mercoledì, agosto 02, 2006

Domande mal poste

Ieri un mio amico mi ha fatto la seguente domanda: "Bin Laden per te è un terrorista o un santo?"

"Non esistono vincitori dalla parte giusta e perdenti dalla parte sbagliata, esistono solo vincitori dalla parte sbagliata."
Battle Royale II: Requiem

martedì, agosto 01, 2006

Live in Carbonia

Forse la serata più importante in cui abbiamo mai suonato, finalmente un po' di tempo tutto per noi.
14 pezzi e tanta tranquillità tra un pezzo e l'altro.
Sono troppo stanco e ubriaco per continuare a scrivere qualcosa.
Buona notte.